La falsificazione di una competenza, di una firma o dichiarare il falso sono tutti comportamenti che causano di licenziamento.
Il dipendente che dichiara falsamente una competenza o la presenza al lavoro sarà accusato colpevole del reato di falso, come da codice penale giustificando il ricorso ad investigazioni aziendali.
Falsificazione di una firma
Nella Cassazione la falsificazione di una firma, la Suprema Corte sancisce che:
– non si può modificare il contenuto di una scrittura
– non si può falsificare una firma
– è reato falsificare la firma su un atto pubblico
False presenze
Per i dipendenti che timbrano l’uno per l’altro il cartellino di presenza per risultare falsamente in servizio, è legittimo il licenziamento senza preavviso.
Essendo il licenziamento messo in atto anche senza prove certe che i lavoratori abbiano falsificato le presenze, in presenza di sospetto, il datore di lavoro può rivolgersi ad un’agenzia investigativa che potrà provare se davvero vi siano state false timbrature.
False dichiarazioni
Anche nel caso di dichiarazioni di competenze, certificazioni o titoli non reali si potrà sostenere l’inaffidabilità del dipendente senza continuare il rapporto di lavoro.
Le aziende avranno a disposizione, grazie agli strumenti investigativi, sia una perizia calligrafica che una telecamera occulta in base all’esigenza e alla situazione, concordando la strategia difensiva più idonea, con strumenti investigativi e giuridici.
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